Lo strano caso dell’occupazione appropriativa: non esiste più ma tutti ne parlano. Consiglio di giustizia amministrativa - sezione giurisdizionale - sentenza 4 settembre 2007 n. 723.

Rientra nella giurisdizione esclusiva del g.a. in materia urbanistica ed edilizia, ai sensid ell’art. 34 d. lgs. 80/98 (oggi art. 43 d.P.R. n. 327/2001), la domanda di risarcimento del danno subito dalla parte privata per effetto dello spossessamento dell’area di sua proprietà sulla quale sia stata realizzata l’opera pubblica nell’arco di tempo innocui il provvedimento di occupazione ha spiegato i suoi effetti, senza il successivo intervento ò l’emanazione, nel termine prescritto, del decreto di espropriazione.
(Il termine quinquennale di prescrizione del diritto al risarcimento del danno da occupazione appropriativa, prede a decorrere dalla scadenza dell’occupazione legittima, laddove l’opera venga realizzata -come nella specie- nel corso di tale occupazione, oppure dal tempo dell’irriversibile trasformazione del fondo, qualora questa risulti avvenuta dopo quella scadenza . (Nel caso di specie , i giudici hanno ritenuto che fosse intervenuta la prescrizione, escludendo che la nota con la quale la p.a. rappresentava “ritardi nei tempi della procedura espropriativa”, potesse configurare un’interruzione della prescrizione).

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