Riedificazione del muro e servitù di passaggio - Corte di Cassazione, Sez. II Civile - Sentenza 30 marzo 2009, n.7640.
1. Il principio dell'equo contemperamento fra il bisogno del fondo dominante ed il minor aggravio del fondo servente non può soccorrere per correggere le esplicite disposizioni dei titoli divisionali, recanti previsioni nel senso della comunione del cortile in questione per l'uso e per il transito ovvero della necessaria non occupazione dello stesso onde permettere il transito ed il giro con qualunque mezzo.
2. Il negozio di accertamento costituisce una figura caratterizzata dall'intento di imprimere certezza giuridica ad un precedente rapporto - al quale si collega - al fine di precisarne l'esistenza, il contenuto e gli effetti, rendendo definitive ed immutabili situazioni di obiettiva incertezza e vincolando le parti ad attribuire al preesistente rapporto gli effetti risultanti dall'accertamento. In particolare, il negozio di accertamento con cui si riconosca e determini l'esatta confinazione tra fondi contigui, non è soggetto a forma scritta: esso può perfezionarsi, pertanto, anche verbalmente, o mediante attuazione (c.d. comportamento concludente), idonea a realizzare immediatamente la volontà delle parti.
3. In tema di ricorso per cassazione, la denuncia di un error in iudicando per vizi della motivazione, presuppone che il giudice abbia preso in esame la questione prospettatagli e l'abbia risolta in modo giuridicamente non corretto, e consente alla parte di chiedere, ed al giudice di legittimità di effettuare, una verifica in ordine alla sufficienza ed alla logicità della motivazione, sulla base del solo esame della sentenza impugnata; tale censura non può pertanto riguardare l'omessa pronuncia del giudice di secondo grado in ordine ad uno dei motivi dedotti nell'atto di appello, la quale postula la denuncia di un error in procedendo, ai sensi dell'art. 360, numero 4), cod. proc. civ., in riferimento al quale il giudice di legittimità può esaminare anche gli atti del giudizio di merito, essendo giudice anche del fatto inteso in senso processuale.
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