Il ricorso dell’insegnante alle “maniere dure” integra o meno il reato di abuso dei mezzi di correzione di cui all’art. 571 c.p.? Corte di Cassazione, Sez. V Penale – sentenza 2 marzo 2009, n. 9301.
Lo ius corrigendi attribuito all’insegnante nello svolgimento della propria professione non può mai superare i limiti – di matrice nazionale ed internazionale - posti a tutela della incolumità psicofisica dell’individuo, altrimenti integrando il su indicato comportamento coercitivo, sebbene animato da un intento correttivo, fattispecie penalmente rilevante, come tale punibile ai sensi dell’art. 571 c.p., a condizione, però, che l’atteggiamento in questione non si riveli “violento”; in quest’ultimo caso, infatti, l’ambito di operatività del “penalmente rilevante” muta, nel senso che la fattispecie tipica entro la quale sussumere la condotta delittuosa dell’insegnante sarà quella di cui all’art. 582 c.p., aggravata dalle circostanze di cui all’art. 61, nn.9 e 11 c.p.
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