Criterio discretivo tra i delitti di “maltrattamento di animali” ex art. 544 ter c.p. e di “uccisione o danneggiamento di animali altrui” ex art. 638 c.p. Corte di Cassazione, sezione seconda – sentenza 1 luglio 2010, n.24734.
La Suprema Corte di Cassazione statuisce che il delitto di “maltrattamento di animali” ex art. 544 ter c.p.è configurabile qualora i maltrattamenti nei confronti di animali sfocino in una malattia atta a determinare una alterazione anatomica o funzionale dell’organismo anche non definitiva (c.d. “lesione all’integrità fisica”), così violando il bene giuridico “sentimento per gli animali”. I giudici di legittimità ritengono, altresì, che la fattispecie delittuosa dell’“uccisione o danneggiamento di animali altrui” ex art. 638 c.p. è integrata qualora i comportamenti vessatori nei confronti di animali procurino un danno giuridicamente apprezzabile al proprietario (c.d. “danneggiamento”), violando l’integrità fisica dell’animale, considerato alla stregua di un bene patrimoniale oggetto di diritto di proprietà, con la conseguenza che la consapevolezza dell’appartenenza dell’animale ad un terzo soggetto – parte offesa – è un elemento costitutivo del reato.
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