Non è una semplice questione di “look”!!! Danno all’immagine della P.A. e sua quantificazione sul parametro dell’importo delle tangenti percepite. Corte dei Conti, Sez. III centrale d’appello - sentenza 30 novembre 2009, n. 231.
La terza sezione centrale della Corte dei Conti decide sull’appello proposto da un dipendente dell’Agenzia dell’entrate condannato in primo grado per il danno erariale cagionato (con il concorso di altri) a causa delle assenze non giustificate, della mancata esazione di diritti, del danno all’immagine derivante dalla percezione di tangenti dietro illecita attività “consulenziale” nei confronti di professionisti privati per la cura e la rapida conclusione di provvedimenti o mere operazioni. Il collegio ritiene che l’immagine della P.A. risulta compromessa a causa dei fatti illeciti compiuti dal dipendente che ledono interessi meritevoli di ampia tutela (articolo 97 della Costituzione) e che sono strettamente connessi alla funzione pubblica esercitata. Né può infatti ritenersi che la mancanza di competenza ad impegnare l’amministrazione verso l’esterno possa limitare la lesione del diritto all’immagine, posto che i doveri di imparzialità gravano anche, ed in modo particolare, sui funzionari che si occupano della fase istruttoria.
Il giudice d’appello conferma la sentenza di primo grado esottolinea che non è l’importo della tangente a rappresentare un sicuro parametro per definire il quantum del danno e della condanna. Si afferma infatti che l’immagine dell’amministrazione potrebbe trarre grande danno anche se l’opinione pubblica dovesse apprendere che modeste dazioni di danaro sono sufficienti a piegare l’azione amministrativa a fini contrari agli interessi pubblici.
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