Responsabilità ex art. 378 c.p. dell’avvocato. Cassazione Penale, sezione VI, sentenza 18 ottobre 2007, n. 38516.
Per la sussistenza dell'elemento soggettivo nel delitto di favoreggiamento personale è sufficiente il dolo generico, che consiste nella consapevolezza dell'agente di fuorviare, con la propria condotta, le ricerche poste in essere dalla competente autorità nei confronti della persona ricercata, nella ragionevole consapevolezza dell'apprezzabilità del suo contributo di aiuto al detto soggetto, conoscendone il reato cosiddetto presupposto e al di fuori dei casi di concorso in esso, senza che assuma rilievo la convinzione personale del soggetto agente circa l’innocenza del soggetto favoreggiato.
Sussiste tentativo di favoreggiamento personale nel caso in cui taluno, dopo che è stato commesso un delitto per cui è prevista la pena della reclusione, si adoperi per procurare all'autore la prova dell'estraneità al delitto ascrittogli, inducendo il teste che ne ha raccolto la confessione a ritrattare la deposizione già resa alla polizia giudiziaria, non riuscendo nell'intento per il rifiuto di collaborazione di quest'ultimo. Il rifiuto del teste di ritrattare la deposizione già rilasciata interviene quando la condotta ha già assunto uno sviluppo adeguato, sotto il profilo dell'idoneità e dell'inequivocità, rispetto al reato di favoreggiamento.
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